Onda Lunga – 16 pezzi sanremesi

Alessandro Licusati 5 Febbraio 2019

Nella serata inaugurale del 69^ festival di Sanremo il Bantam vi propone 16 pezzi che sono passati dal palco dell’Ariston partendo da:

1978 – Anna oxa – Un’emozione da poco,

Anna Oxa esordisce a Sanremo con un brano di Ivano Fossati, arriva seconda e sfoggia un look punk davvero azzeccato ( il brano ovviamente non ha niente a che vedere con il punk) , il regolamento è un po’ arzigogolato, Anna Oxa non è ovviamente una voce note della musica italiana, lo diverrà dopo con un repertorio di maniera, ma se si estrapola il brano dalla sua interprete non si può negare che sia un pezzo molto avanti per l’epoca.

1979 – Enzo Carella – Barbara,

Pasquale Panella scrive i testi ( poi avrà maggior successo con Lucio Battisti) , alla fine il brano che ha una base funky si piazzò secondo, è scomparso pressocchè dimenticato pochi mesi fa, insieme a Mario Barbaja uno dei musicisti italiani che andrebbe la pena rivalutare.

1993 – Angela Baraldi – A piedi nudi,

Prima partecipazione a sanremo, della cantattrice della scena bolognese, il brano non risulta inedito, che è una delle caratteristiche per essere ammesso, ma non viene escluso anche perchè non se la fila nessuno.

1994- Bluvertigo – Iodio,

Partecipano al Sanremo Giovani, vengono eliminati quasi subito, ma torneranno nel 2001 con l’Assenzio quando Morgan è già una star di MTV e avrà cambiato look.

2000 – Alice – Il giorno dell’indipendenza ,

è la terza apparizione di Alice a Sanremo, la prima con il suo vero nome Carla Bissi, alla seconda vinse con Per Elisa di Battiato e Giusto Pio ( un capolavoro poco sanremese )e alla terza si presenta con un brano di Juri Camisasca. È una delle edizioni più belle del festival, in gara ci sono samuele bersani, max gazzè ,i subsonica e gli avion travel che vincono.

2000 – Moltheni – Nutriente,

Passò inosservato tra le nuove proposte, è per me uno dei più grandi musicisti italiani contemporanei viventi, forse questo non è il brano che gli è venuto meglio  (soprattutto all’Ariston dove mi sembrò impacciato) ,  riascoltato nella versione inserita in Ingrediente Novus, l’antologia – epitaffio con la quale si chiuse l’esperienza di Moltheni e nacque Umberto Maria Giardini, qualche rimpianto resta.

2002 – Timoria – Casa Mia,

La band è già orfana di Francesco Renga, alla voce  Omar Pedrini smussa le asperità dell’inizio e vira verso atmosfere seventies, di lì a poco lo scioglimento. Ottimi ultimi, quel festival lo vincono i Matia Bazar senza Antonella Ruggiero.

2003 – Giuni Russo – Morirò d’amore,

è una delle più belle voci della musica italiana, ha avuto una vita breve e travagliata, un rapporto burrascoso con lo show business , e dopo poco scomparve.

2004 – Bungaro – Guardastelle ,

siamo nell’ambito della canzone italiana classica, che quando è fatta bene è un bel sentire, il direttore artistico Tony Renis selezionò anche Mario Venuti ,Neffa, Omar Pedrini e Pacifico, lo vince Marco Masini, sarà uno dei festival con i peggiori ascolti ( che poi da qualche anno è il dato che conta di più).

2006 – Ivan Segreto – Con un gesto ,

lui è un jazzista prestato al pop, a Sanremo porta quello che sa fare meglio , quel festival lo vince Povia,  lui veniva dal successo di Fidate Correnti e del brano Vola Lontano, questa non si discosta da quella cifra stilistica ma non ne replica gli esiti commerciali.

2007 – Nada – Luna in Piena,

Nada al festival ci è andata spesso , in tutto 6 volte, una volta lo ha anche vinto con Il Cuore è uno Zingaro di Nicola di Bari . Con questo brano si apre una fase nuova della carriera di Nada, che è ancora in piena vena creativa, infatti è uscito nel 2019 un nuovo album ( che vi stiamo facendo ascoltare nella finestra sul cortile) prodotto da  John Parish  ( uno dei Bad Seeds di Nick Cave).

2010 – Irene Grandi – La cometa di Halley ,

scritto da Francesco Bianconi, sul refrain avrei preferito la voce di Rachele Bastreghi, ma va bene così. È anche l’anno della rivelazione Nina Zilli che porta un bel brano con un arrangiamento  french jazzpop.

2012 . Chiara Civello – Al posto del mondo,

un brano scritto in collaborazione con Diana Tejera ( ospite di una Onda Lunga della scorsa stagione) come accade a molti dei brani di stasera arriva agli ultimi posti in una edizione che vede anche la partecipazione dei Marlene Kuntz.

2013 – Marta sui Tubi – Vorrei,

la band dei siciliani fuorisede porta la sua ricetta integra sul palco dell’Ariston, per fortuna che c’erano gli Almamegretta , altrimenti arrivavano ultimi , il festival lo vince Marco Mengoni con l’Essenziale, che , vi confesso, trovo una delle più belle canzoni vincitrici del secolo nuovo.

2014 – Riccardo Sinigallia – Prima di andare via, è la seconda volta che il re mida dell’indie pop italiano va a Sanremo, la prima volta c’era andato con Federico Zampaglione in una sorta di side project dei Tiromancino, complice anche una esecuzione vocale non impeccabile finirà ultimo.

2015 – Amara – Credo ,

da qualche anno Sanremo è diventata una appendice dei talent e Amara viene dalla scuderia di Amici , un programma che confesso di non seguire, a differenza di x-factor che ogni tanto sbircio, il brano non mi dispiace e nemmeno l’interpretazione, siamo sempre nei confini della canzone all’italiana, ma sanremo quello è.

Potete riascoltare il podcast al link.



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