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BANZAI (LATO BLU): IL RITORNO DI FRAH QUINTALE

Scritto da il 5 Luglio 2020

Tra le mille Hit estive, giugno ha saputo regalarci anche diversi contenuti musicali di spessore, e all’appello non può mancare l’ultimo disco di Frah Quintale: Banzai. L’artista, proveniente da un lungo periodo di lavoro, ha creato molta attesa nei suoi fan. Dopotutto quest’ultimo ha sempre saputo come sorprendere anche ascoltatori più critici, passando dal puro rap a cantati molto godibili.

Tornando al disco, abbiamo 10 brani e una durata complessiva di mezz’ora- il che presuppone che l’ascolto sia scorrevole e ben concentrato. Esso è, in più, il primo di due dischi su cui Frah ha lavorato: da notare è l’appunto che l’artista fa sul titolo, aggiungendovi “lato blu”. Possibile che il prossimo sia un lato rosa, volendo recuperare un tema stile Picasso? Supposizioni, queste, che però fanno riflettere sul significato che il blu ha nell’arte; da sempre considerato come simbolo di profondità e tristezza di stato d’animo, il colore rappresenta in questo disco una fase della vita del cantante molto buia, per l’appunto, ma vista col senno di poi e lo sguardo tipico di chi ha vinto i propri limiti.

 

Questa ricerca della felicità per superare la demotivazione e la tristezza entrate nella vita di Frah Quintale, è il tema cardine dell’intero disco; partendo da Fogli, l’autore delle canzoni ammette con fierezza di aver ritrovato “l’arcobaleno”, e di sentirsi sveglio in un mondo che ora sa di poter governare. Ciò sarà sottolineato dalle frasi di brani come Contento e Buio di giorno (due estratti) di cui sentiamo di annotare le parole più significative:

 “Mi son perso nel buio, col cuore in frantumi

A cercare i pezzi per terra

Troverò un po’ di pace in mezzo a questa guerra

Coltiverò dove non cresce l’erba

Nascerà un fiore col tuo nome

Anche se non c’è il sole”

Pare che a smuovere l’animo di Quintale sia una donna, alla quale lo stesso non manca di dedicare parole d’amore in Amarena (hit radiofonica del disco) per poi sottolineare come sia la sola presenza della propria amata a farlo volare via dalle preoccupazioni (Due ali).

Assodato il tema di questo primo album di due, l’ascolto dell’intero lavoro suscita riflessione nell’ascoltatore, grazie alle scrupolose e taglienti parole del cantante, che non ha problemi quando narra il suo travaglio verso una vita più colorata, variando poi completamente argomento ed essendo più dolce. In più, il cantato c’è, ma è meno presente rispetto agli ultimi dischi, facendo prevalere un rappato molto soft con un adattamento a delle basi del tutto energiche: troviamo una vera e propria unione di sintetizzatori, a cori e sfumature techno-house. Particolarmente notevole è un un approdo del Lo-Fi in alcuni tratti delle canzoni.

Il risultato finale è senza dubbio positivo, unito e poco simile a quanto ascoltato nel precedente disco. Per ora siamo soddisfatti, ma guardiamo con attesa alla data di pubblicazione della seconda parte, che potrebbe dirci molto riguardo stile musicale e argomenti di un progetto che poi verrà visto come unico.


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