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The Good Place – La Parte buona della TV

Scritto da il 14 Aprile 2020

Giorni emotivamente faticosi per gli amanti delle serie tv. Dopo 11 anni e altrettante stagioni, decine di Emmy Awards e un discreto numero di record e riconoscimenti, si è conclusa Modern Family, sitcom statunitense tra le più apprezzate e seguite al mondo. L’addio, ampiamente documentato sui profili Instagram dei protagonisti e del canale ABC, sembra essere stato strappalacrime, e ancor di più lo è la prospettiva di quello che ci aspetta prossimamente: tante, tantissime repliche. Sì, perché l’emergenza Coronavirus ha fermato, rallentato o cancellato molte produzioni e, se non si sapranno centellinare quelle fortuitamente ultimate prima dello stop, si prospetta un autunno/inverno televisivo fatto di foca Robbie, amico Charly e signora in giallo.

Sospesi i pilot dei colossi FOX, ABC, CBS, The CW e NBC (ovvero: non vedremo nuovi contenuti internazionali tanto presto), rinviata a data da destinarsi la reunion di Friends (giriamo il coltello nella piaga ricordando che c’erano voluti 15 anni per mettere tutti d’accordo e riuscire in un’impresa dai toni epici), mentre incombe la materializzazione dell’incubo dei veri “affictionati”: le stagioni senza finali, monche cioè degli ultimi episodi che, almeno per ora, saranno brutalmente cestinati.

Se per le serie televisive gli effetti del Covid-19 si faranno sentire tra qualche mese – e saranno, forse, più sopportabili perché saremo plausibilmente tutti per strada a recuperare il tempo perso –, la programmazione dei grandi show della prima serata è stata già compromessa. In Italia, i più fortunati sono stati tenuti in vita, talvolta con qualche accanimento terapeutico, ad alcuni è stata staccata di netto la spina (vedi La Corrida), per altri inizio posticipato al prossimo mese o alla stagione “cenerentola”, quella estiva (ipotesi Ballando con le stelle). Le prospettive potrebbero essere, quindi, due: o avremo, televisivamente parlando, un maggio che sembrerà un agosto, o un luglio che sembrerà un aprile. Disorientamento assicurato, rischio di fare un falò in spiaggia e sentire in lontananza la voce di Guillermo Mariotto che dà zero: altissimo.

Ma se una regola d’oro della sopravvivenza in quarantena è quella di vivere alla giornata (subito dopo “fare esercizio fisico” e “mantenere l’ambiente pulito”, “evitare le ore più calde” e “bere molto e mangiare frutta e verdura”. No, scusate, queste ultime due sono di un altro gruppo di cui ci parlerà Studio aperto il primo giugno), manteniamo l’umore alto con la certezza che, almeno per ora, la scelta di cose belle da vedere è vasta. Ecco qualche consiglio per la settimana.

Dopo le glorie di Mash-Up!, tornano su RaiPlay i The Jackal per raccontare la quarantena in 15 episodi da circa 5 minuti ciascuno con il loro Tanto non uscivo lo stesso. Una buona notizia, poi, per tutti coloro che non si rassegnano alla crudele pratica della cancellazione delle serie: a 13 anni dalla sua apparentemente definitiva chiusura e 7 dall’uscita del film, arriva su Infinity con un episodio a settimana l’inedita quarta stagione di Veronica Mars, la brillante detective che ha il volto (e anche il resto del corpo) di Kristen Bell.

Chi, invece, in questa quarantena sta patendo la mancanza di una bevuta degna di questo nome e sta assumendo alcool proveniente solo da contenitori fatti di cartone può mitigare l’effetto nostalgia e tornare a immaginarsi seduto al tavolo di un locale con Drink me out, programma in 10 puntate andato in onda su La7d lo scorso autunno e recuperabile sul sito di Drink me Out  , insieme a qualche ricetta da replicare tra le mura domestiche (per saperne di più, ne abbiamo parlato con il suo creatore e conduttore Giampiero Francesca nella puntata di The Good Place di mercoledì 8 aprile).

Concludiamo questo primo giro di consigli televisivi per combattere la noia da isolamento rivolgendoci ai nostalgici, a quelli che “la tv era meglio quando si stava peggio” e “però il bianco e nero era tutta un’altra cosa”, consigliando, nella sezione Teche Rai di RaiPlay, lo sceneggiato del 1971 Il segno del comando, una “storia gialla, gotica, ‘byroniana’ e fantastica” fatta così bene che non si capisce chi esiste e chi no, chi è vivo e chi è morto, se un luogo è reale o immaginato, ecc. Aggiungeteci che la Roma che ritrae è bellissima e spettrale, che la colonna sonora non vi uscirà più dalla testa e che il protagonista Ugo Pagliai ha una notevole somiglianza con Lino Guanciale, se vi piace il genere.

A mercoledì con una nuova puntata di The Good Place!


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